Organizzato dall’on. Zanoni e dal WWF Alta Marca, l’incontro, in programma venerdì 25 novembre a Villa dei Cedri a Valdobbiadene, è attuale più che mai visto le polemiche di questi giorni sull’uso dei pesticidi nei vigneti.
Stimolare il dibattito tra istituzioni, produttori e società civile per promuovere una viticoltura realmente sostenibile nella Pedemontana, con momenti di riflessione ed esempi pratici rispetto alla concreta fattibilità dell’adozione di pratiche agricole ecologiche in viticoltura. E’ l’obiettivo del convegno in programma venerdì 25 novembre, ore 20.15, a Villa dei Cedri, a Valdobbiadene (TV), intitolato “La viticoltura veneta tra produttività e ambiente spunti per una riflessione”. All’incontro parteciperanno alcuni ricercatori impegnati nel progetto europeo “Bio Bio”, e alcuni viticultori biologici di successo, che porteranno una diretta testimonianza delle potenzialità e delle problematiche relative a questo settore.
Il programma prevede l’introduzione dell’on. Andrea Zanoni, deputato al Parlamento europeo del gruppo ALDE, Alleanza dei democratici e liberali per l’Europa, e gli interventi del prof. Maurizio G. Paoletti (Università di Padova), del prof. Andrea Squartini (Università di Padova), di Ivo Nardi, viticoltore biologico, di Tiziano Gomiero (Università di Padova), e del prof. Tiziano Gomiero, agroecologo.
Nel corso della serata, verrà proiettato il video “I lombrichi per un’agricoltura sostenibile”. In questi giorni nell’area di produzione del prosecco Docg, si sta intensificando il dibattito sull’uso dei pesticidi nei vitigni. L’europarlamentare trevigiano Zanoni, anche in veste di presidente di Peaseambiente, torna a ribadire la pericolosità dei pesticidi. Sul tema si sono spesi il prof. Morando Soffritti, direttore scientifico del Centro ricerche per la prevenzione del cancro della Fondazione Ramazzini di Bologna, e il prof. Alberto Mantovani dell’Istituto Superiore di Sanità – Dipartimento di Tossicologia che sono infatti giunti a conclusioni simili riguardo agli effetti cancerogeni del fungicida Mancozeb.
Molto chiare, sono, poi, le conclusioni della relazione “Effetti cronici non cancerogeni e cancerogeni dei fitosanitari” redatte dal prof. Giuseppe Mastrangelo del Dipartimento di Medicina ambientale e sanità pubblica dell’Università di Padova, in cui l’esperto afferma che “L’evidenza scientifica disponibile è sufficiente per suggerire (di) informare i lavoratori circa gli effetti potenzialmente nocivi degli antiparassitari sulla salute”. Importante è anche il “Progetto Ambiente e Tumori” a cura dell’AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica, che ha ribadito la correlazione fra l’esposizione ai fitofarmaci e alcune gravi malattie. “Le analisi, quindi, andrebbero effettuate non soltanto sui campioni delle uve per indagare i residui di pesticidi, ma anche sulle urine degli abitanti della zona, e soprattutto su quelle dei bambini, categoria maggiormente esposta al rischio di contaminazione da sostanze tossiche” ha ribadito l’eurodeputato ambientalista.