Uno studio da prendere come modello per gli altri casi dove si renda necessario valutare la correlazione inquinamento-stato di salute soprattutto prima di procedere con nuove attività.
Da molti anni ci si sta chiedendo quale sia il reale stato di salute delle persone e dell’ambiente in questa zona dove i fattori di inquinamento sono molteplici. La recente richiesta del cementificio Giovanni Rossi di sostituire come combustibile una parte delle 60.000 tonnellate di pneumatici con la plastica raccolta dalle abitazioni e dalle industrie, ha ulteriormente allarmato la popolazione che ha affollato nei mesi scorsi gli incontri organizzati per conoscere il progetto e le ricadute dell’inquinamento sulla salute. La petizione avviata per chiedere uno studio epidemiologico sull’incidenza in questa zona di malattie correlabili con l’inquinamento prima di rilasciare qualsiasi nuova autorizzazione, ha visto raccolte quasi 7.000 firme.
L’azienda, lo ripetiamo, non è l’unico fattore di rischio, ma proprio per la compromissione della zona, il suo essere una ulteriore considerevole fonte di inquinanti la rende meritevole di particolare attenzione. L’amministrazione comunale ha ripreso un precedente progetto e si è fatta promotrice dell’avvio di un vero e proprio studio epidemiologico indipendente dando incarico al professor Fornasier, già docente universitario di chimica e membro della Consulta Ambiente, di individuare un esperto che fosse in grado di svolgere tale studio in modo efficace e incontrovertibile coordinando anche il ruolo di ARPAV e ULSS.
Aria che Voglio esprime piena soddisfazione per il lavoro svolto fin qui sia dall’Amministrazione Comunale che è riuscita a coinvolgere in questo progetto anche i Comuni limitrofi ma anche dal prof. Fornasier che ha scelto il Prof. Paolo Crosignani, Fisico e medico, già direttore del Registro Tumori e Epidemiologia Ambientale, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori. Il metodo di studio del prof. Crosignani, le ricerche svolte (alcune proprio relative alle ricadute ambientali dei cementifici) i risultati raggiunti, sono riconosciuti a livello internazionale.
Il protocollo dello studio epidemiologico, che analizzerà i casi di patologie acute riferite a malattie cardiovascolari e respiratorie, è già stato presentato alle Amministrazioni Comunali interessate oltre che ad ARPAV e ULSS 2 coinvolte per i rispettivi dati di competenza che dovranno essere forniti. Sarà la prima volta che nella nostra Provincia si effettuerà uno studio epidemiologico caso-controllo di questo tipo: ci auguriamo possa essere anche modello da replicare in altri casi dove si rende necessario valutare la correlazione inquinamento-stato di salute soprattutto prima di procedere con nuove attività.
Il Coordinamento Aria che Voglio auspica che nel corso del mese di agosto ARPAV e ULSS 2 confermino senza indugio la loro fattiva collaborazione per lo svolgimento dello studio epidemiologico che potrà essere così avviato in tempi molto brevi.
La realizzazione dello stesso studio dovrebbe concludersi poi in poco più di 6 mesi: un tempo relativamente breve che potrebbe essere tenuto in considerazione anche dalla commissione VIA provinciale che sta valutando il progetto del cementificio di bruciare plastica.
La salute dei cittadini, prima di tutto!