Come Arianova teme da anni, ora arrivano anche i rifiuti
Dopo l’utilizzo di petcoke (la “feccia del petrolio”) e PFU (pneumatici fuori uso: autorizzati 60.000 ton/annui) l’Industria Giovanni Rossi in data 24.12.2015 ha presentato una nuova richiesta alla Provincia per poter bruciare CDR -categoria di rifiuto CER 19.10.04. La Giunta del Comune di Pederobba ha però reso nota la cosa solo 40 giorni dopo, in risposta alle richieste della minoranza e di ACV – Aria Che Voglio.
Adesso la Provincia deve valutare se tale modifica deve essere assoggettata ad una VIA (valutazione di impatto ambientale): secondo Arianova e il coordinamento AriaCheVoglio, assolutamente SI! Per tale ragione, avvalendosi della possibilità di fare “osservazioni” a procedimenti pubblici, Arianova ha presentato le sue. La documentazione presentata dalla ditta e le osservazioni presentate dai “portatori di interesse”, compresa Arianova, sono consultabili sul sito della Provincia a questo link
Cosa comporta questa modica? Di fatto che il cementificio si trasformi in un inceneritore a tutti gli effetti, come Arianova ha sempre temuto, comporando più rischi di un inceneritore perché quello di Pederobba non è un impianto nato per l’incenerimento di rifiuti e che quindi non ha né costanza di processo e di temperature, né i limiti emissivi restrittivi. Riteniamo inaccettabile che, dopo 20 anni di incenerimento di pneumatici e di petcoke, si proceda ad una nuova modifica del combustibile senza che siano stati valutati gli impatti sulla salute di chi vive nell’area. Dal 2007 Arianova chiede uno studio epidemiologico nella nostra zona. Nel protocollo d’intesa tra i Comuni della Pedemontana, Arpav, Ulss, Ordine dei Medici e Provincia per il monitoraggio della qualità dell’aria 2012-2014, lo studio era previsto ma, dopo le analisi ambientali, il protocollo è fermo e non è stato completato con quelle sanitarie.
Visto che l’impianto di Pederobba ha quantitativi emissivi elevatissimi e che funziona a ciclo continuo 24 ore al giorno per 11 mesi l’anno, riteniamo si debba applicare in questo caso il “principio di precauzione” e chiediamo che la Provincia non autorizzi l’uso dei Cdr. La qualità dell’aria nel territorio pederobbese risulta già simile a quella dei maggiori centri urbani del Veneto, nonostante ci si trovi in una zona collinare pedemontana: una situazione critica che non può essere aggravata. Dopo anni di ritardi, da un paio di mesi è finalmente attiva a Pederobba una centralina per il monitoraggio dell’aria che fornisce dati in tempo reale. I dati relativi alla qualità dell’aria sono visibili anche online cliccando su questo link. I dati di PM2.5 e gli IPA – idrocarburi policiclici aromatici – sono molto preoccupanti e l’Amministrazione non sta prendendo alcun provvedimento per migliorare lo stato dell’aria.
Per ulteriori informazioni: info@associazionearianova.it oppure ariachevoglio@gmail.com