Biomasse in Veneto e a Pederobba, due interrogazioni a Bruxelles.
4 aprile 2013 L’Eurodeputato Andrea Zanoni presenta due interrogazioni alla Commissione europea sui cogeneratori a biomasse autorizzati dalla Regione Veneto. Seri dubbi sulla sostenibilità energetica e ambientale
4 aprile 2013
Biomasse in Veneto e a Pederobba, due interrogazioni a Bruxelles.
L’Eurodeputato Andrea Zanoni presenta due interrogazioni alla Commissione europea sui nuovi progetti di cogeneratori a biomasse. Dubbi sulla sostenibilità energetica e paura per l’impatto inquinante. “L’aria del Veneto è già abbastanza inquinata. L’Italia è stata condannata per violazione della direttiva Ue Aria lo scorso dicembre”
“Gli impianti a biomasse già approvati dalla Regione Veneto e quelli in via di approvazione, sulla cui sostenibilità ambientale nutro seri dubbi, non faranno altro che peggiorare la qualità dell’aria già precaria in tutto il Nord Est”. È il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, che ha presentato due interrogazioni alla Commissione europea le quali, partendo dai due progetti approvati a Pederobba (TV), esprimono preoccupazione per il proliferare degli impianti a biomassa in tutta Italia. “Chiedo all’Ue un parere sulla loro reale sostenibilità energetica nonché un’analisi delle possibili ricadute sulla salute dei cittadini veneti causate dalla messa in funzione di simili impianti in un contesto di grave inquinamento dell’aria e costante violazione della direttiva Aria come quello del Nord est d’Italia”.
Sotto accusa in particolare i due cogeneratori a biomasse, uno alimentato a oli vegetali da 999 kW di potenza e uno a legno e tralci di vite da 490 kW, autorizzati dalla Regione a Pederobba (TV) nonostante nella zona siano già presenti numerose aziende di stampaggio plastica e un’industria insalubre di classe 1 (cementificio/co-inceneritore) autorizzata a bruciare 60.000 tonnellate di petcoke e 60.000 tonnellate di pneumatici triturati annui, impianti che già immettono in atmosfera ingenti quantità di prodotti della combustione.
“Nel Nord Est l’aria è già irrespirabile, come testimoniano i dati allarmanti dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) che registrano un costante aumento dei giorni di sforamento dei limiti di Pm10 concessi”, attacca Zanoni, che ricorda come “la continua violazione della direttiva Aria da parte dell’Italia ha portato alla recente condanna dell’Italia stessa da parte della Corte di Giustizia UE il 19/12/2012” e che “la stessa Ue stima che l’aria avvelenata è causa di circa 500mila morti premature ogni anno”.
L’eurodeputato denuncia a Bruxelles che “trattandosi di impianti con una potenza inferiore ad 1 MW, la normativa italiana non prevede nessuna valutazione d’impatto ambientale VIA, ma in questo modo non si considera minimamente l’effetto cumulativo con gli altri impianti esistenti già fonte di inquinamento per l’aria e il suolo della zona”.
Dubbi anche sulle reale sostenibilità energetica dei progetti. “In questo caso un impianto è stato autorizzato nonostante sprechi quasi completamente la componente di energia termica generata che viene dispersa in aria addirittura con l’ausilio di dissipatori elettrici che vanificano di fatto la cogenerazione dell’impianto”, spiega Zanoni, che lamenta anche le scarse informazioni sulla tipologia e la provenienza dell’olio vegetale che verrà usato come combustibile. E non è finita qui. “La Regione Veneto ha concesso l’autorizzazione di decine di questi cogeneratori che si avvalgono degli incentivi statali di “conto energia” destinati a sostenere fonti energetiche rinnovabili. Insomma soldi pubblici di tutti i contribuenti italiani che vanno a finanziare un progetto che è tutto tranne che rinnovabile”.
“Ancora una volta le autorità locali e regionali italiane approvano infrastrutture che guardano al passato invece che al futuro non facendo altro che inquinare ancora di più l’aria che respiriamo tutti i giorni mettendo ancora una volta l’Italia a rischio multe da parte dell’Europa per l’ennesima possibile violazione alla direttiva Aria”, conclude l’eurodeputato. Altri impianti a biomassa sono stati autorizzati recentemente o sono in fase di autorizzazione e valutazione nei comuni veneti di Lendinara (RO), Chiarano (TV), Vazzola (TV), Legnago (VR) e molti altri.
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